Bisogni

Preconfezionati o su misura?

Come mammiferi ed esseri viventi su questo pianeta abbiamo dei bisogni, comuni anche ad altre specie, che necessitano di essere appagati. Alcuni riguardano la sfera della sopravvivenza, altri la vita comunitaria e sociale, altri ancora riguardano l’espressione della propria unicità.

La teoria dello psicologo statunitense Abraham Maslow (1908-1970) sulla gerarchizzazione dei bisogni mostra come sia difficile parlare dei massimi sistemi e della realizzazione del sé, se i bisogni base dell’individuo non sono soddisfatti. Questa teoria è ben sintetizzata dalla Piramide detta, per l’appunto, di Maslow dove troviamo: alla base i bisogni primari, salendo quelli sociali, e solo all’apice i bisogni del sé.

I bisogni primari comprendono quelli fisiologici, tra cui l’acquisizione e ricambio di energia, quindi nutrimento ed eliminazione di ciò che non ci serve o non ci serve più.

Non è solo fisico: aria, acqua (liquidi), cibo… ma anche psicologico ed emotivo. Non è solo quantità ma anche qualità.

Che qualità hanno gli alimenti di cui mi nutro? …e l’acqua?…e l’aria?… (nutrimento fisico)

Che qualità hanno le relazioni che instauro? (nutrimento emotivo)

Ho ancora la curiosità e la spinta alla ricerca e al nuovo? (nutrimento psicologico)

Tra i bisogni primari troviamo anche il contatto e la sessualità, nelle loro forme più semplici.

Abbiamo bisogno del nostro spazio vitale e di un nostro territorio in cui sentirci al sicuro.

Abbiamo bisogno di relazioni e di contatto con altri simili, e di trovare il nostro posto all’interno del branco.

Abbiamo bisogni di poterci muovere e scoprire in cosa siamo abili.

Abbiamo bisogno di sogni, progetti, desideri e creatività.

Abbiamo bisogno di definire una nostra Identità, per poi scoprire che possiamo averne una per ciascun ruolo, e come attori essere tutti e nessuno…

Abbiamo bisogno di (ri)sentire l’infinito, la bellezza insita in ogni cosa e la connessione con il tutto.

Sono soddisfatti i miei bisogni?

Come adulto, so prendermene cura?

So chiedere, dove non riesco ad arrivare da sola/o?

Tutti abbiamo questi bisogni. Se i primi non sono soddisfatti, diventa difficile soddisfare quelli successivi. Alto il rischio di andare in compensazione con stampelle esterne che divengono permanenti, pseudo-benesseri zoppicanti.

Da piccoli impariamo come vivere dalle figure di accudimento e dal contesto in cui viviamo. Crescendo quelle modalità potrebbero rivelarsi non proprio idonee a noi o necessitano un aggiornamento.

Spesso non è il cosa, ma il come.

Finché il modello acquisito non ci risulta stretto, tendiamo a non accorgercene perché è normale, lo fanno tutti… a questo proposito, da sempre reputo il viaggiare in luoghi con culture diverse dalla nostra un ottimo metodo per sconquassare i propri automatismi e punti di vista (per approfondire: il punto di vista): mostra le cose da altre prospettive, siamo immersi in un’altra normalità, e quindi nuove possibilità. Modelli che possono essere provati, accolti, lasciati, personalizzati… secondo propensione.

Abbiamo perso l’abitudine di andare a farci fare gli abiti dalle sarte. I vestiti dell’industria hanno aperto un mondo grazie all’abbassamento dei costi, ma il prezzo è stata l’omologazione.

Se è vero che tutti abbiamo gli stessi bisogni, il come soddisfarli è personale e unico, proprio come un abito fatto su misura.